Carta Giapponese
La tecnica della produzione della carta e' stata importata in
Giappone dalla Cina verso primi decenni del settimo secolo
ma da allora sono state apportate numerose innovazioni, sia
della tecnica che dell'uso dei materiali.
I giapponesi
scoprirono le fibre del Kozo, una pianta della famiglia del
gelso, che era particolarmente adatta per creare una carta
sottile ma allo stesso tempo resistente. Fu introdotto anche
l'uso di un nuovo collante mucillaginoso estratto dal bulbo
dalla pianta del Tororo Aoi capace di distribuire la fibra del
Kozo in maniera omogenea nell'acqua, evitandone
l'addensamento e dando vita ad una carta levigata e robusta.
Le innovazioni della tecnica di produzione riguardano la
tecnica del nakashizuki: facendo uso di un telaio di setaccio
era possibile stratificare piu' volte le fibre in modo da
aumentare la resistenza della carta. Cosi', questo materiale e'
entrato nella quotidianita' e nella tradizione giapponese e
venne utilizzato per costruire numerosi oggetti come paralumi,
ombrelli, ventagli, porte scorrevoli ecc.
Sin dall'antichita' gli scultori usano diversi materiali come
pietra, bronzo e legno, ognuno con caratteristiche peculiari
che a mio modo di vedere costituiscono, come per gli esseri
umani, le loro personalita': materiali che io apprezzo tutti in
egual misura.
Quando la forma nata dall'immaginazione dell'artista si fonde
con le qualita' di ciascun materiale prende vita qualcosa che
trascende l'impressione che si imprime nella nostra mente,
che trascende l'opera artistica stessa.
Quando ho incontrato la carta giapponese washi per
realizzare sculture e apprenderne la tecnica di produzione, ho
assaporato il senso di armonia con cui il mio corpo ha
assorbito questo materiale.
In quanto giapponese gia' prima di
allora avevo una certa conoscenza ed esperienza in fatto di
washi, ma in quel momento ho sentito che la rilettura della
tradizione artigiana del mio paese mi apriva una nuova via.
L'espressione giapponese onko chishin significa "indagare il
vecchio per conoscere il nuovo": insegna che nuove
conoscenze e nuovi modi di vedere nascono dallo studio
delle cose del passato, che non dobbiamo svalutare
considerandole "cose vecchie".
Lungo le strade tracciate dai
nostri antenati ci sono ancora elementi che aspettano di
essere raccolti, elementi che aspettano di diventare materiale
per costruire il futuro.
Nobushige Akiyama