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Emidio Clementi

Nasce ad Ascoli Piceno e cresce a San Benedetto del Tronto, dove la famiglia di Emidio si era trasferita. L’autore descriverà questo periodo nei primi capitoli del romanzo L’ultimo dio, rendendo in maniera efficace l’ambiente sanbenedettese negli anni del riflusso. Durante le superiori Emidio si appassiona al rock americano e alla new wave sofisticata di Jim Carroll, The X, Gun Club. L’ascolto è caratterizzato da una grande attenzione ai testi, l’amore per quello stile di scrittura è immediato: Clementi si interessa quindi alla letteratura americana di Sam Shepard, Denis Johnson, ma anche di Claudio Piersanti. Inizia a suonare il basso e a scrivere. Dalla personalità irrequieta, insofferente alla provincia marchigiana, Clementi decide di trasferirsi a Bologna subito dopo la maturità per studiare Lingue. Poi, un periodo di vagabondaggi lo conduce in Svezia. L’integrazione è difficile e Clementi soffre l’isolamento linguistico, che diventerà un tema forte nei suoi testi. Decide perciò di tornare a Bologna, stavolta partecipando alla storica occupazione di via del Pratello[2]. Si tratta di un periodo particolarmente intenso, di formazione umana e artistica, che Clementi affresca nel suo romanzo La notte del Pratello, ritratto picaresco dell’ultima realtà indipendente bolognese i cui protagonisti (Leo e Rigoni su tutti) diventeranno presenze fisse nei testi dei Massimo Volume.